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Si tratta di una lunga conversazione svolta con Una Città (dic 20-gen 21, n.271) essenzialmente sulle tematiche della società del dopo Covid e delle svolte necessarie.
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Si tratta di una lunga conversazione svolta con Una Città (dic 20-gen 21, n.271) essenzialmente sulle tematiche della società del dopo Covid e delle svolte necessarie.
Le ragioni dei rapporti di forza tra potere politico e potere economico
Pubblicato nel volume “L’eterno crepuscolo della politica”, Paradoxa, gennaio.marzo 2020. “Ciò che la storia degli ultimi decenni racconta è una storia di affievolimento dei contrappesi al potere che scaturisce dal mercato. Racconta, ed è sviluppo più recente, la forma distorta in cui essi tendono a ricrearsi.”
“Per quanto un film vada giudicato sul suo terreno, è anche riferito a un personaggio realmente esistito, discusso, che esprime ad intermittenza giudizi politici e ricostruzioni storiche”. Prescindendo da questioni legate a Tangentopoli, l’articolo si chiede in cosa consistette e in cosa si manifestò il socialismo di Craxi e del suo partito e discute le risposte date in rete dai suoi seguaci. Pubblicato prima come post e ora su “Via Borgogna 3”, la Rivista on line della Casa della Cultura di Milano
Pubblicato in ItalianiEuropei n. 2 del 2019 con annessi commenti di f. Capelli. C. Galli, M, Magatti, G. Sorti e N. Urbinati. Sei profili del capitalismo contemporaneo sono rimasti coesi per decenni (dalla produzione, alla finanza, alla cultura, alla regolazione sociale, alla politica, rapporti geopolitici). Ora alcuni divergono determinando una dinamica aperta a vari esiti, ma che esclude comunque una ricomposizione coesa del quadro. L’accento è su un regime politico-sociale in evoluzione di cui si colgono gli elementi di resistenza e contraddizione, ma poi occorre anche chiedersi: e la sinistra?
I lati problematici del rapporto tra conoscenza e democrazia
E’ l’introduzione ad una Tavola Rotonda con E. Gagliasso (filosofa della scienza), R, Messinetti (giurista, preside di Giurisprudenza) e V, Nesi (fisico. Preside di Scienze) e le considerazioni seguite alle loro risposte. Qui è riportata solo la parte che mi riguarda. E’ parte del libro “Il valore democratico della conoscenza”, a cura di F. Rufo, ed. Ediesse, Roma, 2019. Gli aspetti problematici vengono esaminati sotto sette profili al centro dei quali vi è la trasformazione della società nello sviluppo della conoscenza, e le sfide enormi (per ora perdenti) che ciò pone alla qualità della vita democratica .
. Cosa traiamo da Marx di ancora oggi importante sulla struttura e dinamica nel capitalismo, la soggettività, lo Stato, la finanza, Il rapporto con Keynes?. Si tratta di una riflessione personale che tenta di sistematizzare ciò che questo autore ha dato di resistente all’apparato di uno scienziato sociale e di ciò che non ha retto sotto lo stesso profilo. E’ pubblicato ne Il Mulino n.2, 2019 e deriva dalla partecipazione al Festival della Politica (Mestre 2018)
E’ un intervento nella discussione svoltasi su Il Mulino (dopo le elezioni del 2018) a seguito di un’ampia analisi introduttiva di Carlo Trigilia sul tema. L’articolo, pubblicato col titolo redazionale (un po’ fuori tema) La crisi del Pd: ripartire (subito) per non morire, affranta l’argomento da un punto di vista non convenzionale e con intento analitico, dalla mancata rieducazione democratica del Paese all’analisi sbagliata sui “ceti moderati”
Sono considerazioni sul tema del titolo . Pubblicato su Facebook e in Huffington Post http://www.huffingtonpost.it/salvatore-biasco/la-sinistra-alternativa-e-il-pd_a_23075771/
“l’incidenza [della nuova formazione di sinistra] nel governo della società italiana non potrà che essere come forza di controllo, di imposizione di alcuni indirizzi e tematiche, di freno e veto verso altri indirizzi e tematiche. Ogni volta avrà a che fare con pezzi del suo progetto, difficilmente avendo la consistenza elettorale per realizzalo nella sua interezza. Può essere anche forza di testimonianza se le circostanze la costringono ad essere tale, mai per vocazione o per principio o splendido isolamento”.
Ciao Alfredo
Alfredo Reichlin non è stato solo il testimone di un’epopea della sinistra, vissuta da protagonista come dirigente del Partito Comunista, ma è stato un faro e un punto di riferimento, di riflessione e di orientamento per una parte importante della sinistra contemporanea.
A lui si rivolgevano tutti i principali leader e intellettuali per avere guida, per scambiare valutazioni, per trarre spunti di analisi della situazione. Era un vecchio saggio che aveva riadattato così la sua vita di uomo abituato a essere nel fuoco delle cose. E lo era ancora, in modo diverso.
Alfredo aveva una peculiarità per una persona con alla spalle la sua storia (e la sua età: è morto a 92 anni). Non guardava mai al passato. Guardava sempre al presente e al futuro. Non c’era mai cronaca o pettegolezzo nei suoi interessi ma concettualizzazione delle cose e inquadramento dentro categorie analitiche in cui inserire i singoli fatti. Non trovava questo nella politica contemporanea e anche nella parte della sinistra che più si riferiva a lui (da cui si aspettava una rottura con la piattezza intellettuale in cui era caduto il partito della sinistra). Anche quando sollecitato a parlare del passato, Alfredo non raccontava episodi, se non strumentalmente. La sua era una lezione di storia sociale e politica, da cui trarre categorie, insegnamenti e confronti con il presente. In questo possiamo dire che era in tutto e per tutto togliattiano.
I suoi amici (benevolmente) e coloro che gli erano distanti (non penso avesse nemici) gli attribuivano la frase “il problema è ben altro”. Ma spesso il problema era effettivamente ben altro per chi vedeva le vicende del mondo inquadrate in un flusso storico,nel la dinamica delle forze sociali, nei risvolti culturali, nella forza e la solennità “scientifica” della politica.
Una mente in continuo movimento, sempre immersa in letture, che poi commentava con gli interlocutori in modo profondo; una mente che si fa fatica a pensare si sia spenta e che non ci sia più. Parlare con lui (e ho avuto il privilegio di avere grande consuetudine e ricevere il suo affetto) voleva dire fare un salto di qualità nella comprensione delle vicende correnti, avere un punto di vista che arricchiva una propria interpretazione, acquisire un di più nella comprensione e rappresentazione di un evento.
(seguono ricordi personali)
Lunga conversazione su tematiche di cultura politica, pubblicata dalla rivista Una Città, marzo 2017. Ripubblicata da Sinistrainrete. Si toccano vari argomenti sul tema della socialdemocrazia e dintorni. E’ un pezzo cui tengo molto.
ripensarelasinistra.it
Il sito web del Network, a cura di Salvatore Biasco